É stato condannato a reclusione uno degli accusati della causa cosiddetta „antifa”
La Corte della Capitale (Fővárosi Törvényszék) nell’udienza preliminare ha condannato a 3 anni di reclusione e 5 anni di espulsione dal territorio ungherese un uomo in una causa penale in cui una donna é stata accusata di 3 delitti tentati – 2 da coautore, 1 da complice - di lesioni personali con rischio di morte commessi in criminalitá organizzata, mentre un uomo e una donna di partecipazione a criminalitá organizzata.
Secondo l’accusa i cittadini straniera imputati, che erano membri di un’organizzazione formata da giovani adulti, che simpatizzavano con ideologie di estrema sinistra, che oltre a partecipare a dimostrazioni e proteste progettavano attacchi violenti nella lotta ideologica contro i simpatizzanti dell’estrema destra, seguaci di idee militanti nazionalsocialiste e fasciste. Il loro scopo era di maltrattare le vittime con dei mezzi adatti a togliere la vita, in modo che le lesioni potenzialmente letali ed il senso di umiliazione per le circostanze degli attacchi inaspettati causassero alle persone offese un’angoscia tale da trasmettere un messaggio deterrente ai membri delle organizzazioni di estrema destra.
Per i membri dell’organizzazione suddetta sono stati tenuti – sotto la guida tra gli altri dell’ imputato nr. II. – allenamenti ginnici, durante i quali veniva provato anche il preciso svolgimento delle aggressioni.
Secondo l’accusa gli imputati nr. I., II. e III., identificandosi con il fine ideologico dell’organizzazione, sono venuti in Ungheria per partecipare a delle aggressioni coordinate, progettate a Budapest. L’accusato nr. I. ha preso parte a piú attacchi, mentre gli imputati nr. II. e III. sono stati catturati dai poliziotti durante la fuga dal luogo di una delle aggressioni progettate.
Il Pubblico Ministero nel caso che gli accusati facciano un’ammissione conforme all’accusa e rinuncino al diritto all’udienza ha chiesto al tribunale di condannare l’imputato nr. I. a 11 anni di reclusione, mentre gli imputati nr. II. e III. ad una reclusione di 3 anni e 6 mesi. Inoltre, di espellere dal territorio ungherese l’imputato nr. I. per 10 anni e quelli nr. II. e III. per 5 anni.
Nell’udienza preliminare solo l’imputato nr. II. ha riconosciuto la sua colpa secondo le accuse, rinunciando anche al diritto all’udienza. Il tribunale ha accolto la dichiarazione dell’accusato e successivamente agli interventi ha emesso la sentenza basata sui fatti accusatori. Prendendo in considerazione le circostanze attenuanti e aggravanti il tribunale ha fissato in tre anni – vale a dire il tempo medio stabilito dalla legge – il periodo di reclusione dell’accusato. Oltre a questo é stato espulso per 5 anni dal territorio ungherese. Il fatto che l’imputato abbia ammesso le sue colpe e fosse incensurato é stato valutato a suo favora dal tribunale, mentre é stata cosiderata un’aggravante che in Germania sia in corso un procedimento penale a suo carico. Ulteriori condizioni aggravanti sono state ritenute le circostanze in cui é stato commesso il crimine, le sue caratteristiche internazionali, come pure il fatto che l’imputato rivestiva un incarico direttivo nell’organizzazione criminale cosi da avere un ruolo attivo nelle aggressioni. Anche se le condizioni personali dell’accusato denotano regolatezza, il tribunale ha confermato la sua detenzione fino alla pronuncia della sentenza di secondo grado, allo scopo di assicurare la sua presenza agli eventi processuali, contro il rischio di fuga e nascondimento. Contro la sentenza é stato presentato ricorso in appello da parte del Pubblico Ministero per aggravarla e da parte dell’accusato e del suo difensore per attenuarla.
Nel caso degli imputati nr. I. e III. il procedimento avrá seguito nell’udienza che il tribunale ha fissato in data 24. maggio 2024. Nell’udienza preliminare l’imputato nr. III. e il suo difensore hanno chiesto la cessazione della sorveglianza penale, tuttavia il tribunale ha respinto la proposta causa il pericolo di fuga e di nascondimento, allo scopo di assicurare la presenze dell’accusato agli eventi processuali.